Phil Woods

Phil Woods

Devo dire che questo è uno dei migliori dischi che io abbia ascoltato del famoso altosassofonista, che appare qui nella miglior forma. Questo è comunque jazz alla portata soltanto dei fuoriclasse. Se il jazz non avveniristico, legato alla tradizione del bebop, vi piace, questo disco è per voi
Arrigo Polillo, MusicaJazz

«Phil Woods ha registrato live questo nuovo quintetto caratterizzato dall’ingresso di un trombettista qual è Tom Harrell. Ed è proprio a questi, senza dubbio, che va immediatamente l’attenzione fin dalle prime note, a viva forza. Questa tromba rivela il soffio vivificante dei grandi musicisti che l’hanno sicuramente ispirato (e il nome da fare per primo pare quello di Clifford Brown), ma ormai netta è la personalità di Harrell, pervenuto al suo stato di grazia, alla sua maturità e (soprattutto) al riconoscimento che merita. Splendido solista, tecnicamente dotatissimo, stilisticamente ingegnoso. Ha una sonorità aperta, con qualche capriccio di vibrato e un fraseggio guizzante, spesso spinto con grande naturalezza verso il registro acuto. Ai meriti del grande solista si aggiunge in Woods anche la struttura del vero leader: i suoi gruppi hanno sempre mostrato il segno di una scelta avveduta, in particolare con sezioni ritmiche efficienti e propulsive. Sono novanta e più minuti di freschissima musica da parte del complesso, che non dimentichiamolo, nel nostro recente sondaggio Top Jazz, si era classificato secondo al solo gruppo di Miles Davis». Integrity
Gian Mario Maletto, Musica Jazz

«Phil Woods ha registrato live questo nuovo quintetto caratterizzato dall’ingresso di un trombettista qual è Tom Harrell. Ed è proprio a questi, senza dubbio, che va immediatamente l’attenzione fin dalle prime note, a viva forza. Questa tromba rivela il soffio vivificante dei grandi musicisti che l’hanno sicuramente ispirato (e il nome da fare per primo pare quello di Clifford Brown), ma ormai netta è la personalità di Harrell, pervenuto al suo stato di grazia, alla sua maturità e (soprattutto) al riconoscimento che merita. Splendido solista, tecnicamente dotatissimo, stilisticamente ingegnoso. Ha una sonorità aperta, con qualche capriccio di vibrato e un fraseggio guizzante, spesso spinto con grande naturalezza verso il registro acuto. Ai meriti del grande solista si aggiunge in Woods anche la struttura del vero leader: i suoi gruppi hanno sempre mostrato il segno di una scelta avveduta, in particolare con sezioni ritmiche efficienti e propulsive. Sono novanta e più minuti di freschissima musica da parte del complesso, che non dimentichiamolo, nel nostro recente sondaggio Top Jazz, si era classificato secondo al solo gruppo di Miles Davis». Integrity
Gian Mario Maletto, Musica Jazz