Paul Bley

Paul Bley

Sebbene la maggior parte delle tracce duri tra i tre e i cinque minuti, le finezze nella tecnica, nella trama e nelle dinamiche si rivelano gradualmente con un ascolto ripetuto. È una delle registrazioni da solista di Bley più interessanti, anche se atipica. Quindi è una preziosa aggiunta alla sua non trascurabile discografia.
Stuart Nicholson

«Questo appuntamento da solista, mostra Bley nei panni del Bill Evans tardivo modernizzato. In ogni situazione, che sia blues, tango, ballata o libera improvvisazione, rincorre la melodia. Espone un tema in un modo che delicatamente, ma con decisione, ne modella la bellezza e poi continuamente lo ridisegna e interpreta. Bley, come Bill Evans nelle sue migliori registrazioni, diviene tutt’uno con il piano e la musica, inseguendo e cedendo alle deviazioni dell’improvvisazione continua. Innegabilmente moderna, la musica di Bley è attraente per il suo swing e lirismo. Il suo Solo mio è una revisione impressionistica mozzafiato di Willow Weep for Me un vero momento di perfezione jazz».
Jules Epstein, The Philadelphia Tribune

«Le sue elaborazioni della formula piano-basso-batteria costituiscono il logico anello di congiunzione tra Bill Evans e Keith Jarrett o Chick Corea. Questo disco – realizzato in trio col contrabbassista Mark Levinson emulo di Charly Haden, e col fantastico batterista Barry Altschul, fedele collaboratore di Bley – ne fotografa l’attività pienamente matura e dimostra esemplarmente la varietà dei suoi interessi». Ramblin’
Claudio Sessa, Musica Jazz

Paul Bley

Sebbene la maggior parte delle tracce duri tra i tre e i cinque minuti, le finezze nella tecnica, nella trama e nelle dinamiche si rivelano gradualmente con un ascolto ripetuto. È una delle registrazioni da solista di Bley più interessanti, anche se atipica. Quindi è una preziosa aggiunta alla sua non trascurabile discografia.
Stuart Nicholson

«Questo appuntamento da solista, mostra Bley nei panni del Bill Evans tardivo modernizzato. In ogni situazione, che sia blues, tango, ballata o libera improvvisazione, rincorre la melodia. Espone un tema in un modo che delicatamente, ma con decisione, ne modella la bellezza e poi continuamente lo ridisegna e interpreta. Bley, come Bill Evans nelle sue migliori registrazioni, diviene tutt’uno con il piano e la musica, inseguendo e cedendo alle deviazioni dell’improvvisazione continua. Innegabilmente moderna, la musica di Bley è attraente per il suo swing e lirismo. Il suo Solo mio è una revisione impressionistica mozzafiato di Willow Weep for Me un vero momento di perfezione jazz».
Jules Epstein, The Philadelphia Tribune

«Le sue elaborazioni della formula piano-basso-batteria costituiscono il logico anello di congiunzione tra Bill Evans e Keith Jarrett o Chick Corea. Questo disco – realizzato in trio col contrabbassista Mark Levinson emulo di Charly Haden, e col fantastico batterista Barry Altschul, fedele collaboratore di Bley – ne fotografa l’attività pienamente matura e dimostra esemplarmente la varietà dei suoi interessi». Ramblin’
Claudio Sessa, Musica Jazz