Markelian Kapedani
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Al primo ascolto di Balkan Bop, ho avuto un trasalimento. Incredibile! Com’è possibile che, da una delle nazioni più chiuse e impenetrabili d’Europa, possa aver visto la luce una delle opere più aperte, universali e musicalmente trasversali che mi sia capitato di ascoltare?
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Giuseppe Trotto, ReMusic
«Il jazz balcanico si arricchisce di una nuova perla e conferma il suo grande stato di salute già sottolineato da Dusko Goykovich, Pejovski, Bojan Z, Renzdov, Bregovic, solo per citarne alcuni. Sicuramente la fusione degli stili qui implicati non sarà un hapax, ma è una rarità un lavoro così ben articolato e ricco di sfumature».
Alceste Ayroldi, Jazzitalia
«Una solida base di cultura balcanica, ed albanese in particolare, ed una capacità innata di fondere melodia e ritmo nella sua idea di jazz, con una tendenza all’approccio energico ed immediato alla base di ogni brano che suona, seguito e sostenuto da una sezione ritmica (il russo Yury Goloubev e l’israeliano Asaf Sirkis) che non perde un colpo».
Sergio Spada, Suono
«Il pianista compositore albanese Markelian Kapedani si aggiunge al catalogo Red Records con Balkan Bop, un’esecuzione di standard in trio di dieci composizioni originali, che segna la sua seconda registrazione per l’etichetta, dopo il solo Balkan Piano del 2008.
Scegliere una singola traccia da questo disco è un compito arduo; l’intero album è uniformemente bello. Il pezzo del titolo, tuttavia, illustra ampiamente l’ampiezza della considerevole visione musicale di Kapedani. La composizione del pianista porta i segni di un attento studio. Kapedani evita il tono diafano ed etereo di altri trii dell’Europa orientale in favore di un approccio più vulcanico e orchestrale. In breve, le composizioni di Kapedani hanno un inizio, una metà e una coda, tutte ben costruite ed eseguite con precisione.
Balkan Bop dimostra come un batterista assertivo può far suonare un trio come un ensemble più grande. Il batterista Asaf Sirkis apre con un back-beat funk direttamente dal libro di Clyde Stubblefield, prima di mettersi al lavoro con un percussionismo più diretto. Il suo suono è grande e schietto e deve esserlo, per eguagliare quello del leader. Kapedani è una reazione a catena di idee musicali, ciascuna concatenata alla successiva. Il suo pianismo è percussivo senza essere senza scopo, dal suono forte, ma senza perdere slancio nel tempo. Il bassista Yuri Goloubev si dimostra un capace e altrettanto potente solista. Tutto Balkan Bop è superbo».
Michael Bailey, All About Jazz