Jim Snidero
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Va ascoltato con molta attenzione: è un contraltista di enorme spessore e con concezioni melodiche e soprattutto armoniche, molto avanzate
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Tony Mancuso, Suono
«Ho apprezzato moltissimo San Juan, terzo lavoro di Snidero per la Red Records, che da sempre è impegnata nel documentare le più valide testimonianze del sassofonismo moderno, in un modo molto attento e scrupoloso che la distingue artisticamente da gran parte delle altre etichette. Una produzione centellinata, sapientemente gestita e mirata alla pro(mo)duzione di veri talenti, talvolta, purtroppo, misconosciuti a causa dei meccanismi e le logiche occulte che in modo più o meno latente regolano il mondo del jazz. Snidero va ascoltato con molta attenzione: è un contraltista di enorme spessore e con concezioni melodiche e, soprattutto, armoniche molto avanzate. Tutte le composizioni di questo lavoro portano la sua firma, eccetto La Mesha, che è opera di Kenny Dorham. Non mancano di certo in questo disco interventi solistici di vaglia da parte del Nostro, dotato di una tecnica consolidata e una sorprendente padronanza della gamma di sfumature timbriche offerte dal sax alto. Ottimo è anche il contributo di Steve Nelson, che appare nelle prime quattro tracce. Nelson è un vibrafonista raffinato, versato nella lezione della tradizione ma con uno stile personale e proiettato in avanti nel tempo. Tim Hagans è a dir poco eccezionale. Il trombettista ha ormai un proprio stile e sembra maturo per emanciparsi ulteriormente dalle influenze hubbardiane che ogni tanto traspaiono nei suoi interventi (comunque apprezzabili perché sono componenti naturali del suo stile senza imbrigliarlo). Qui Hagans, specialmente in The Web, prende dei soli aggressivi e ‘pesanti’, sia per timing che per il sapiente ricorso all’esecuzione di frasi atonali e in contrasto con l’armonia del brano, brillantemente risolte nei momenti in cui la tensione raggiunge il proprio acme: uno stile che potremmo dire postbobbish che ben si armonizza con la matrice comune al resto dei musicisti del quintetto/sestetto. Ottima è la ritmica, con il bassista Dennis lrwin in vero stato di grazia, per non parlare di Billy Hart, solido e preciso, dai tamburi e i piatti pregni di swing. Cannonball Adderley, Parker e Sonny Stitt sono i principali referenti dello stile di Snidero, e convivono nella sua espressione musicale, fatta di anima e swing. Questo personale e interessantissimo sincretismo rende Snidero uno dei riferimenti più importanti per i sassofonisti contemporanei. Consigliato a tutti di vero cuore!». Quartet Live
Tony Mancuso, Suono
«Ho apprezzato moltissimo San Juan, terzo lavoro di Snidero per la Red Records, che da sempre è impegnata nel documentare le più valide testimonianze del sassofonismo moderno, in un modo molto attento e scrupoloso che la distingue artisticamente da gran parte delle altre etichette. Una produzione centellinata, sapientemente gestita e mirata alla pro(mo)duzione di veri talenti, talvolta, purtroppo, misconosciuti a causa dei meccanismi e le logiche occulte che in modo più o meno latente regolano il mondo del jazz. Snidero va ascoltato con molta attenzione: è un contraltista di enorme spessore e con concezioni melodiche e, soprattutto, armoniche molto avanzate. Tutte le composizioni di questo lavoro portano la sua firma, eccetto La Mesha, che è opera di Kenny Dorham. Non mancano di certo in questo disco interventi solistici di vaglia da parte del Nostro, dotato di una tecnica consolidata e una sorprendente padronanza della gamma di sfumature timbriche offerte dal sax alto. Ottimo è anche il contributo di Steve Nelson, che appare nelle prime quattro tracce. Nelson è un vibrafonista raffinato, versato nella lezione della tradizione ma con uno stile personale e proiettato in avanti nel tempo. Tim Hagans è a dir poco eccezionale. Il trombettista ha ormai un proprio stile e sembra maturo per emanciparsi ulteriormente dalle influenze hubbardiane che ogni tanto traspaiono nei suoi interventi (comunque apprezzabili perché sono componenti naturali del suo stile senza imbrigliarlo). Qui Hagans, specialmente in The Web, prende dei soli aggressivi e ‘pesanti’, sia per timing che per il sapiente ricorso all’esecuzione di frasi atonali e in contrasto con l’armonia del brano, brillantemente risolte nei momenti in cui la tensione raggiunge il proprio acme: uno stile che potremmo dire postbobbish che ben si armonizza con la matrice comune al resto dei musicisti del quintetto/sestetto. Ottima è la ritmica, con il bassista Dennis lrwin in vero stato di grazia, per non parlare di Billy Hart, solido e preciso, dai tamburi e i piatti pregni di swing. Cannonball Adderley, Parker e Sonny Stitt sono i principali referenti dello stile di Snidero, e convivono nella sua espressione musicale, fatta di anima e swing. Questo personale e interessantissimo sincretismo rende Snidero uno dei riferimenti più importanti per i sassofonisti contemporanei. Consigliato a tutti di vero cuore!». Quartet Live
Tony Mancuso, Suono