Fred Hersch
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Io amo questo trio e questa registrazione. Bel lavoro ragazzi!
„
Jim Hall
«Il terzetto non è occasionale, ma solo Hirshfield è partner abituale di Fred Hersch. Steve LaSpina, invece, suona più spesso con Jim Hall, presentatore d’eccezione, al quale si deve il marchio di garanzia del disco che non per nulla ha molte caratteristiche (verità di ritmi, densità d’atmosfera, equilibrata distribuzione delle parti) comuni alle migliori incisioni del famoso chitarrista. Hersch si divide tra musica classica e jazz, un po’ come uno dei suoi principali ispiratori, Keith Jarrett. L’altro è il Bill Evans del trio con Scott LaFaro e Paul Motian. Come si vede dalla stessa scelta di repertorio, in questo album la propensione è per il secondo modello, specie per le due ballad di Cole Porter che Hersch ripropone con finissima sensibilità, dialogando con un superlativo LaSpina, protagonista anche di una versione di All Blues di Miles Davis ricca di nuances. Black Nile di Shorter, Simone di Frank Foster e The Dolphin del pianista brasiliano Luis Echa completano il programma: e forse è proprio in questi brani che i tre musicisti (Hirshfield è qui batterista di ammirevole per discrezione) operano intensamente come un vero trio». ETC
Salvatore B G. Biamonte, Musica Jazz
«Il pianista Fred Hersch, il bassista Steve LaSpina e il batterista Jeff Hirshfield, noti collettivamente come Etc, hanno una chimica speciale avendo suonato insieme per anni. In quest’ultima uscita hanno aggiunto alla formula collaudata i toni possenti del tenore di Jerry Bergonzi. Mentre gli Etc sono noti per la dolcezza e qualità, Bergonzi non si tira indietro in questa session. Soffia con fervore erculeo l’energico pezzo d’apertura Splurge, trascinando con sé la band con la forza della sua personalità. Riesce ad ambientarsi in alcuni momenti più dolci in Days Gone By e Evanessence di Hersh, ovvia citazione a Bill Evans. Sembra divertirsi di più dove si può andare a tutto gas, come fa con il bruciante pezzo di Hersch Phantom of The Bopera e con la sua composizione Conclusive Evidence. Bergonzi, un vero “saxophone colossus”, con un trio già collaudato». ETC+one
Bill Milkowski, JazzTimes
«Il terzetto non è occasionale, ma solo Hirshfield è partner abituale di Fred Hersch. Steve LaSpina, invece, suona più spesso con Jim Hall, presentatore d’eccezione, al quale si deve il marchio di garanzia del disco che non per nulla ha molte caratteristiche (verità di ritmi, densità d’atmosfera, equilibrata distribuzione delle parti) comuni alle migliori incisioni del famoso chitarrista. Hersch si divide tra musica classica e jazz, un po’ come uno dei suoi principali ispiratori, Keith Jarrett. L’altro è il Bill Evans del trio con Scott LaFaro e Paul Motian. Come si vede dalla stessa scelta di repertorio, in questo album la propensione è per il secondo modello, specie per le due ballad di Cole Porter che Hersch ripropone con finissima sensibilità, dialogando con un superlativo LaSpina, protagonista anche di una versione di All Blues di Miles Davis ricca di nuances. Black Nile di Shorter, Simone di Frank Foster e The Dolphin del pianista brasiliano Luis Echa completano il programma: e forse è proprio in questi brani che i tre musicisti (Hirshfield è qui batterista di ammirevole per discrezione) operano intensamente come un vero trio». ETC
Salvatore B G. Biamonte, Musica Jazz
«Il pianista Fred Hersch, il bassista Steve LaSpina e il batterista Jeff Hirshfield, noti collettivamente come Etc, hanno una chimica speciale avendo suonato insieme per anni. In quest’ultima uscita hanno aggiunto alla formula collaudata i toni possenti del tenore di Jerry Bergonzi. Mentre gli Etc sono noti per la dolcezza e qualità, Bergonzi non si tira indietro in questa session. Soffia con fervore erculeo l’energico pezzo d’apertura Splurge, trascinando con sé la band con la forza della sua personalità. Riesce ad ambientarsi in alcuni momenti più dolci in Days Gone By e Evanessence di Hersh, ovvia citazione a Bill Evans. Sembra divertirsi di più dove si può andare a tutto gas, come fa con il bruciante pezzo di Hersch Phantom of The Bopera e con la sua composizione Conclusive Evidence. Bergonzi, un vero “saxophone colossus”, con un trio già collaudato». ETC+one
Bill Milkowski, JazzTimes